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TRA STORIA E UMANITA’: GLI STUDENTI DI COMETA IMPARANO IL DIALOGO E LA NON VIOLENZA DALLE PAROLE DI AGNESE MORO E FRANCO BONISOLI

4 minuti di lettura

Una lezione di storia, ma anche di umanità. È stata un’esperienza significativa, quella vissuta dagli studenti della scuola Oliver Twist, che hanno incontrato in Cometa Agnese Moro, figlia di Aldo Moro, e Franco Bonisoli, ex membro delle Brigate Rosse e tra gli autori del sequestro del politico, il 16 marzo 1978.

Attraverso le parole dei due protagonisti, gli studenti hanno potuto conoscere la storia di quegli anni, dall’ideale di Bonisoli e delle Brigate Rosse di fondare uno Stato più giusto attraverso la violenza fino all’arresto e a un cambiamento, avvenuto in carcere, solo di fronte all’umanità: un’apertura nella chiusura, messa in atto da un direttore che invece di inasprire le pene cercò il dialogo, favorendo l’ascolto e rimuovendo le barriere, all’interno del luogo di detenzione e con l’esterno. Dalla testimonianza è emerso un cambio di prospettiva, derivato dalla presa di consapevolezza che dietro allo Stato, dietro alle figure che lo governano e lo difendono, ci sono persone, che per quella violenza esercitata dai brigatisti, provavano dolore. E se da un lato c’è il cambiamento di Franco Bonisoli, dall’altro c’è il coraggio di Agnese Moro, testimone diretta del dolore, ma capace di stare di fronte ad esso e a quello di chi le ha fatto del male.

“Quando ho incontrato Franco per la prima volta, mi sono sentita un po’ fuori posto – racconta –. Poi ho capito che quello era il mio posto, dove volevo stare, dove il cuore mi diceva che è giusto e che è bello che io stia. Ma per sentirlo devi buttare a mare l’idea che noi siamo fatti per odiare, che quella fosse la reazione normale. Non è vero: è normale sedersi in una stanza, guardarsi negli occhi. Io guardo il suo dolore e lui guarda il mio. A volte lo rimprovero, ma è un rimprovero che crea vicinanza. Gli sto dicendo: sei come me, come hai potuto fare ciò che hai fatto? Pensavo che il dolore fosse mio, ma poi ho visto il dolore che comporta averle date pensando di salvare il mondo, per poi voltarsi indietro e vedere solo i corpi umani che ha lasciato. Anche quello è un dolore terribile”.

Una doppia testimonianza che ha lasciato negli studenti un forte senso di riconoscenza, tanto che, al termine, hanno prodotto numerose riflessioni, raccolte in lettere indirizzate ai due testimoni. “È stato un momento intenso e profondo – racconta una studentessa –. Si è creato uno spazio in cui emozioni e idee potessero uscire liberamente, senza giudizi. Mi ha colpito la capacità di guardare alla vita con uno sguardo curioso e profondo, ma allo stesso tempo sereno. Mi ha fatto pensare a quanto sia importante fermarsi, ascoltare, riflettere, e trovare nella quotidianità quei piccoli momenti di bellezza e significato che spesso ci sfuggono”.

E le chiavi di lettura sono state diverse e personali. C’è chi si è soffermato maggiormente sulla parte storica e chi, invece, sulla figura dei testimoni e il loro vissuto. A colpire, di Agnese Moro, è stata soprattutto la capacità di incontrare e mettersi in ascolto. “Abbiamo imparato a superare le differenze – raccontano –. Ci hanno colpiti il coraggio e la forza nel riuscire a perdonare e quanto quest’ultimo sia importante, perché tutti, soprattutto da giovani, possono commettere degli errori e voler rimediare”. Ma c’è anche chi ha pensato, prima di tutto, ad Aldo Moro: “Vive ancora, nella memoria degli italiani”.

Tanti anche coloro che sono rimasti toccati dalle parole di Franco Bonisoli. Anche in questo caso, le riflessioni sono diverse: dal non avere pregiudizi al saper ammettere i propri errori. “Ci ha sorpreso la capacità di Franco di rendersi conto di avere agito in modo sbagliato – spiegano alcuni studenti –. Tanti sbagliano, ma non lo capiscono”.

Tutti spunti di riflessione di cui fare tesoro e che stanno proprio alla base dell’attività che i due testimoni hanno deciso di fare insieme. “Mi sono accorto che pensare di cambiare il mondo attraverso la violenza ha finito per negare i valori che mi hanno spinto alla scelta della lotta armata – racconta Bonisoli –. La violenza crea solo violenza. E attenzione che parte anche dalle parole. Abbiamo in mano un potere enorme: usare quelle che costruiscono. Qui entriamo nel discorso della scelta: scegliere da che parte stare e come impegnare le proprie energie. Un modo valido è aiutare le persone in difficoltà. Io ho iniziato in carcere a costruire percorsi che ci portavano fuori aiutando detenuti che stavano peggio di noi. Tutti abbiamo una grande possibilità: iniziate fin da giovani”. Un prezioso insegnamento, quello che i ragazzi di Cometa, gli adulti di domani, hanno tratto dalle parole ascoltate. Un’esperienza di cui fare tesoro, per costruire una vita basata sul rispetto e sul dialogo.

***

Lettera di una studentessa

Cari Agnese e Franco,

dopo l’incontro di venerdì sento il bisogno di scrivervi per dimostrare la mia riconoscenza per quello che è stato detto. È stato un momento molto intenso e profondo, che ha suscitato in me una riflessione che desidero condividere con voi. Le parole che avete detto hanno espresso un legame con qualcosa di più profondo e autentico. È come se, insieme, aveste creato uno spazio dove emozioni e idee potessero uscire liberamente, senza giudizi.

In particolare, mi ha colpito la vostra capacità di guardare alla vita con uno sguardo curioso e profondo, ma allo stesso tempo sereno. È come se, pur consapevoli delle difficoltà che ci circondano, riusciste a mantenere la luce della speranza che spesso si perde nel ritmo intenso della quotidianità. Mi ha fatto pensare a quanto sia importante fermarsi, ascoltare, riflettere, e trovare nella quotidianità quei piccoli momenti di bellezza e significato che spesso ci sfuggono.

L’incontro mi ha anche fatto riflettere sul valore del confronto e della condivisione tra le persone. La testimonianza mi ha fatto capire ancora di più quanto sia importante non solo dire ciò che pensiamo, ma soprattutto essere disposti a ricevere.

Saluti da D.

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Comments
Loredana simoncini 03/04/2025

Stupendo!!! Grazie mille!
C’è speranza

Cometa 03/04/2025

Grazie Loredana!

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